Sono 3.600 le imprese che hanno aperto una procedura fallimentare nei primi tre mesi del 2016, con una riduzione del 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. I fallimenti, pur rimanendo su livelli storicamente elevati, tornano vicini ai dati del 2013, confermando il trend decrescente osservato negli scorsi mesi. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Cerved sulle chiusure d’impresa.
Il settore dell’edilizia è quello che ha registrato un calo maggiore: nei primi tre mesi del 2016 sono 756 le imprese attive in questo settore che hanno aperto una procedura fallimentare, oltre 100 in meno rispetto al 2015 (-12,4%). Più contenuta, invece, la riduzione nel terziario (1,9 mila procedure, -1,9% rispetto al primo trimestre 2015), e nell’industria (560 fallimenti, -1,2%). Dal punto di vista geografico il Mezzogiorno traina il trend positivo, con 915 fallimenti (-9,7% rispetto ai primi tre mesi del 2015). In calo anche le procedure nel Nord Ovest (-5,1%) e nel Nord Est (-2%). Nel Centro si registra invece lo stesso livello di procedure fallimentari del 2015.
Prosegue anche il calo delle procedure concorsuali diverse dai fallimenti: sono state 500, oltre un quinto in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono tornate ad aumentare, invece, le liquidazioni volontarie di società in bonis: sono 16,5 mila gli imprenditori che hanno chiuso volontariamente la propria impresa, in aumento del 3,5% rispetto al primo trimestre 2015. “Non ci preoccupa l’aumento di liquidazioni volontarie – – commenta Marco Nespolo, Amministratore Delegato di Cerved – perché spiegato da chiusure di società dormienti”.
(ANSA)