Calzoni (Ance), vecchie case più sicure

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Le vecchie costruzioni in pietra, come quelle dei paesi distrutti dal terremoto, sono “meno pericolose dei condomini degli anni 60-70-80 costruiti quando non c’era sensibilità anti-sismica, roba di pessima qualità”. A parlare è il presidente di Ance Umbria, Massimo Calzoni, uno dei protagonisti della ricostruzione di Norcia dopo il sisma del 1979, considerata oggi un modello. Calzoni spiega all’ANSA che è possibile rendere “notevolmente antisismiche” anche costruzioni molto vecchie, “l’importante è non introdurre elementi nuovi strutturali incompatibili con vecchi edifici”, come i tetti in cemento armato edificati, per esempio ad Accumoli, su abitazioni dell’anteguerra. “Questi tetti possono aver rappresentato un problema, in una situazione generale un po’ di abbandono”, osserva il presidente di Ance Umbria. “Oggi le conoscenze sono molto più approfondite di un tempo – aggiunge – e c’è solo l’imbarazzo della scelta tra gli interventi possibili sui vecchi edifici”, dalla tenuta in ordine delle travi in legno fino a catene per eliminare le spinte dalle volte e a cappe di rivestimento più o meno sottili. “In Italia – continua Calzoni – abbiamo quasi l’80% di abitazioni non adeguate, ma siamo un paese sismicamente attivo e dobbiamo cominciare a conviverci come fa il Giappone. Serve un approccio strutturale per mettere in sicurezza il territorio.
Con i privati si può ragionare sulla fiscalità, sul credito di imposta, riflettere poi sull’adozione di assicurazioni anti-calamità. Ma bisogna fare qualcosa di strutturale, è impossibile che ogni volta ci sia una strage”.
Guardando all’esempio Norcia, dove le nuove scosse hanno portato “moltissime lesioni agli edifici, come è naturale, ma tutte di lieve entità”, quello che secondo Calzoni ha funzionato nella ricostruzione è l’insieme di linee guida ferree che hanno imposto di lavorare secondo piani urbanistici precisi e di agire sull’intero isolato e non su singoli edifici, un modello che “stanno di fatto replicando per il centro storico dell’Aquila”.
Nel caso di quest’ultimo terremoto, però, Calzoni invita a riflettere “se ricostruire tutto ‘com’era e dov’era’ anche nel caso di paesi di fatto spopolati e che purtroppo si sono sbriciolati come Pescara del Tronto”.

Fonte: ANSA

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